Patto per l’export da 1,4 miliardi: “L’Italia riparte dalle eccellenze agroalimentari”

Soddisfazione della filiera dalla Farnesina

“Con questo patto e con le risorse a disposizione dobbiamo rilanciare le nostre esportazioni. Noi ci crediamo. Siamo l’Italia e oggi abbiamo uno strumento più forte per mandare un messaggio chiaro al mondo: l’Italia fa bene“. Così la Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, intervenendo questa mattina alla Farnesina in occasione della cerimonia per la firma del ‘Patto per l’export” da 1,4 miliardi complessivi, firmato al Ministero degli Affari esteri dal ministro Luigi Di Maio e dai rappresentanti di istituzioni e associazioni di categoria. Sul piatto anche misure anti contraffazione del Made in Italy nel mondo.

Abbiamo una storia e una tradizione che parlano da sole e che è nostro compito proiettare nel futuro. Per questo abbiamo fortemente voluto che nel Patto ci fosse un richiamo alla lotta al falso e all’Italian sounding, piaghe che sono un vero e proprio furto di identità e che solo per l’agroalimentare pesano per 100 miliardi di euro”.

“Su questo – ha aggiunto Bellanova – dovremo fare campagne di comunicazione mirate che facciano capire ai cittadini stranieri che quando comprano un falso Parmigiano o olio o vino, sono allo stesso tempo vittime e complici di una truffa”.

La pandemia ci ha messo davanti a cambiamenti radicali. Sono convinta che i nostri fondamentali, la nostra attrattività, la capacità delle nostre imprese ci rendano capaci di fronteggiare il nuovo scenario. Siamo l’Italia e con questo Patto abbiamo uno strumento più forte per mandare un messaggio al mondo: l’Italia fa bene”.

“Sottoscrivo dunque questo patto di impegno per l’export con molta convinzione – ha spiegato Bellanova – fin dalle prime ore dello scoppio della pandemia ho ribadito come fosse necessario tutelare la nostra reputazione e tornare poi a promuovere la qualità, la sicurezza, l’affidabilità del made in Italy. Valori che nel settore agroalimentare sono la pratica quotidiana di migliaia e migliaia di imprese”.

“La Pandemia – ha rimarcato la Ministra – ha cambiato le nostre vite ma sono convinta che i nostri fondamentali, la nostra attrattività, la capacità delle nostre imprese ci rendano capaci di fronteggiare il nuovo scenario”.

Nella Cabina di regia, nei gruppi di lavoro e con l’Ice daremo il nostro contributo di idee e di proposte”, ha aggiunto la Ministra, evidenziando l’importanza delle esportazioni per la filiera  agroalimentare italiana che nel 2019 ha toccato il record storico di oltre 44 miliardi di euro, e come l’urgenza di intervenire sul canale Ho.Re.Ca, in forte sofferenza a livello globale sia “una sfida che dobbiamo sapere cogliere e dove si gioca una parte cruciale dei futuro di molti nostri territori”.

Proprio per questo, Bellanova ha voluto rimarcare un obiettivo indicato da tempo: investire di più e meglio nei rapporti internazionali, anche “dotando le nostre Ambasciate di personale specializzato nel settore agroalimentare”.

“Noi – ha affermato la Ministra – crediamo nella possibilità di confrontarci col mondo, opponendo alla logica dei dazi e delle barriere, la logica della collaborazione e della competizione regolamentata. Le scelte di alcuni Paesi a partire dagli Stati Uniti sono state penalizzanti, così come sono state insopportabili certe richieste di certificazione rispetto al virus”.

Soddisfatto anche il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, intervenendo alla Farnesina alla presentazione del “Patto per l’export”: “Abbiamo sottoscritto con grande soddisfazione il Patto per l’export che valorizza il ruolo di traino svolto da settore agroalimentare con una grande sinergia del sistema Paese coinvolgendo tutti gli attori fondamentali come Cdp, ICE, Sace e Simest”.

Si tratta di un impegno collettivo per risollevare le esportazioni Made in Italy dopo il crollo iniziato – ricorda la Coldiretti – per l’effetto della pizza corona con la parodia sul prodotto simbolo dell’Italia contaminato da Covid-19 andata in onda ai primi di marzo su Canal+ in Francia per poi rimbalzare in tutto il mondo”.

Uno sgambetto che, precisa la Coldiretti, ha alimentato la disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale, anche di Paesi alleati, con addirittura la assurda richiesta di certificati “virus free” sulle merci. Una pretesa svanita non appena la pandemia si è propagata in tutto il pianeta con la chiusura delle frontiere e le misure per contenimento che hanno determinato il brusco freno al commercio a livello globale.

Il risultato è che il 74% delle imprese agroalimentari che esportano ha registrato da allora una diminuzione delle vendite all’estero per effetto di una pioggia di disdette provenienti dai clienti di tutto il mondo secondo l’indagine Coldiretti/Ixè dalla quale emerge che ha pagare il conto più pesante sono stati il settore del vino e del florovivaismo, ma difficoltà sono segnalate anche per ortofrutta, formaggi, salumi e conserve.

Un andamento che rappresenta una brusca inversione di tendenza rispetto al record delle esportazioni fatto segnare nel primo bimestre del 2020 con un balzo dell’11,6% rispetto al 2019 in cui complessivamente per l’agroalimentare era stato raggiunto il massimo di sempre a 44,6 miliardi di euro.

“Il patto per l’export riconosce il ruolo di traino che svolge l’agroalimentare per l’intero Made in Italy e promuove le necessarie sinergie istituzionali all’estero anche con il coinvolgimento delle Ambasciate”, conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che sul piano degli scambi commerciali “occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare i dazi Usa e l’embargo russo che colpiscono duramente il Made in Italy agroalimentare in un momento difficile per le nostre esportazioni”.

“Presto l’agroalimentare made in Italy avrà tante frecce in più al suo arco”, ga Grazie al Piano per l’export presentato oggi dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con il contributo del ministero dell’Agricoltura e del sottosegretario Giuseppe L’Abbate, le nostre produzioni d’eccellenza avranno ancora più spazio nel mercato internazionale, anche grazie a un forte investimento nella comunicazione all’estero delle nostre filiere, delle nostre specialità e del nostro know how”. Così le deputate e i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Agricoltura alla Camera.

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